Il 2025 è un anno di grandi mutazioni per la Bridgestone World Solar Challenge, la più importante e rinomata competizione di auto solari. Si tratta di modifiche sostanziali, più che rilevanti, sia in termini di regolamento, sia per quanto riguarda le condizioni ambientali nelle quali avverrà la gara.

In primis: quest’anno la manifestazione si terrà nella parte finale di agosto, quindi al termine dell’inverno australe. Dal 1987 fino al 2023, il periodo designato per la grande traversata della Stuart Highway era ottobre ma, durante l’ultima edizione, a causa dei forti venti frontali moltissime vetture non sono riuscite a completare il percorso. Nello specifico, nessun cruiser ha raggiunto la linea del traguardo.

Con ogni probabilità questo è uno dei motivi che hanno spinto l’organizzazione – capitanata da Chris Selwood – ad anticipare l’evento.

Auto solari, deserto e cieli senza fine: la Bridgestone World Solar Challenge!

Ma, all’atto pratico, questo cambiamento come influisce sulla gara?

Se da un lato ci si mette al riparo dalle raffiche di vento dell’outback, dall’altra si hanno giornate più corte, il Sole è più basso e ha un angolo di inclinazione non ottimale: la ricarica avrà quindi un rendimento più basso.

Per venire incontro ai team e mitigare questa complicazione, abbiamo la prima, essenziale, modifica al regolamento della BWSC: se in precedenza la superficie massima occupabile dai pannelli solari era di 5 m², da quest’anno tutta la superficie della macchina può essere destinata alle celle solari.

Per quanto concerne la categoria cruiser (quella che ci interessa, perdonateci, siamo di parte!) ci sono altre novità, come il numero massimo di passeggeri sceso da 4 a 2, la riduzione della batteria a 15 kWh (prima non vi era limitazione), o le ruote dei prototipi, passate da 4 a un minimo di 3.

Altra news non trascurabile: la ricarica serale/notturna via cavo non è più registrata o vincolata, quindi ogni team è libero di ripristinare l’energia del proprio veicolo con le modalità e i tempi che ritiene migliori.

Monitoraggio delle prestazioni, strategia e capacità di improvvisazione non possono essere trascurate alla BWSC.



La novità normativa più corposa, tuttavia, è quella che riguarda i criteri per l’assegnazione della vittoria: fino al 2023 per decretare il prototipo trionfatore esistevano dei precisi – e articolati – parametri di valutazione (ve li abbiamo raccontati in questo articolo). Ad agosto, al contrario, avverrà la rivoluzione che renderà la gara quasi uguale a quella della categoria challenger: vince chi taglia per primo la linea del traguardo di Adelaide.

Perché “quasi uguale”?

Semplice: prima della corsa, i cruiser verranno sottoposti al test della practicality, una serie di valutazioni del veicolo che, nel complesso, determineranno il punteggio del prototipo analizzato.
Nello specifico, gli elementi presi in esame sono ben 9: innovazione del design, facilità di accesso e uscita, comfort e spazio per l’occupante, facilità operativa (guida e ricarica), versatilità, stile e desiderabilità, idoneità allo scopo dichiarato, impatto ambientale, efficienza e comodità del sistema di ricarica.

Il regolamento, inoltre, specifica sibillinamente: “Ai giudici della gara Cruiser non verrà detto quanto peso dare a ciascuno di questi criteri”.

Una volta assegnati i punteggi, verrà stilata una classifica generale dove il primo classificato non avrà alcuna penalità temporale, mentre gli altri contendenti – in base al proprio design score – riceveranno dei minuti di penalizzazione da scontare al primo control stop dei 9 che saranno presenti nel percorso.

Come abbiamo già avuto modo di sottolineare in passato, riteniamo che questa enorme modifica al regolamento della classe cruiser sia senza dubbio un modo per rendere più immediata e spettacolare la fruizione della gara da parte dello spettatore; è altresì vero che questa meccanica “depotenzi” lo spirito di fondo della categoria: premiare in primis la sostenibilità dei prototipi.

Emilia 5.9 è frutto del progetto GreenWave, finanziato dall’Unione europea NextGenerationEU attraverso MOST – Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile. Tramite la collaborazione con 24 università, il CNR e 24 grandi imprese, MOST ha infatti la missione di implementare soluzioni moderne, sostenibili e inclusive per l’intero territorio nazionale e si occupa di rendere il sistema della mobilità più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione. Lo fa attraverso soluzioni leggere e sistemi di propulsione elettrica e a idrogeno; sistemi digitali per la riduzione degli incidenti; soluzioni più efficaci per il trasporto pubblico e la logistica; un nuovo modello di mobilità, come servizio, accessibile e inclusiva.

Due parole sull'autore

Marco Piva

Lesto messaggero e amico di Apollo,
volando coi miei celebri calzari,
racconterovvi dell'auto-controllo

che un gruppo di bislacchi e pazzi vari

esegue con assurde capriole

più d'Icaro mentre rincorre il Sole.

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