“Binda e Guerra son campioni / sono gli assi del pedale / N***** è il gran salame / che la fama ha mondiale”.
Erano gli anni ’30 e Alfredo Binda e Learco Guerra – antesignani di Coppi e Bartali – infiammavano le folle del Giro d’Italia inforcando le loro biciclette e lanciandosi in volate dal sapore epico.
In questo periodo storico lo sport diventa veramente fenomeno per le masse, anche grazie alle casse di risonanza rappresentate da giornali, radio e, qualche lustro più tardi, dagli apparecchi televisivi.
Le realtà commerciali cominciano quindi a subodorare le potenzialità delle manifestazioni sportive – e dei campioni che vi partecipano – per farsi pubblicità.
Così, oltre agli sponsor tecnici di pneumatici e altri materiali da gara, anche le divise degli atleti, le vetture e gli spazi delle competizioni si arricchiscono di loghi, slogan, cromie aziendali.
Spesso e volentieri di prodotti extra-sportivi.
Tazio Nuvolari, il “mantovano volante”, spinge la sua Alfa Romeo al limite e… mette paura, perché, cantava qualcuno, “il motore è feroce mentre taglia ruggendo la pianura”. Nel frattempo una nota marca di talco usa e supporta l’immagine dell’immortale corridore raccontando al consumatore di come lui sia “Sempre primo al traguardo… L’asso che dà a tutti la polvere”, suggerendo inoltre “Se vuoi stare sano e fresco senza pari, cospargi del tuo corpo sopra ai pori il Boro Talco in lievi… Nuvolari!”.
Di qui in avanti l’intelligenza tagliente del marketing si mise definitivamente in moto, in piena azione, proseguendo fino ad oggi. Nel corso degli ultimi cent’anni la storia del mondo dello sport si è pertanto arricchita di sponsorizzazioni durature, aneddoti, fraintendimenti e assurdità pubblicitarie di varia natura (ricordate la Jaguar di Christian Klien che al Gran Premio di Monaco si schiantò con un diamante da un milione di dollari incastonato sul muso?).
E noi?
Cosa significano per Onda Solare le realtà che decidono di sponsorizzare le nostre imprese sportive?
Sicuramente sono motivo di orgoglio, specialmente in un Paese dove tante, troppe aziende si riempiono la bocca di parole come “sostenibilità” e “green” per mero interesse commerciale, senza poi attuare alcuna politica attiva in tal senso.
Quindi trovare delle imprese che si mettano in gioco sì per una logica commerciale, ma anche per sostenere i valori che la nostra associazione sportiva rappresenta… beh, è motivo di grande fierezza.
Poi c’è ovviamente il senso di responsabilità derivata dal dover rappresentare brand che simboleggiano l’eccellenza del made in Italy nei vari settori di pertinenza.
Il che, dobbiamo ammetterlo, il più delle volte non è neanche troppo difficile.
Come nel caso della caffeina.
Da bravo team italiano quale siamo, non ci è mai capitato di partire per una gara senza la macchinetta del caffè e relativa, generosissima, enorme scorta di cialde gentilmente forniteci dai nostri sponsor dai chicchi profumati.
Il risultato finale ormai lo conosciamo.
Una volta in loco, dopo poche ore, si sparge la voce: “Gli italiani hanno il caffè! Quello buono!”. E così, di fronte ai nostri box, si formano code infinite di partecipanti alla corsa, giudici e semplici curiosi che bramano un buon espresso giunto direttamente dal Bel Paese.
Vogliamo parlare della pasta, dei sughi e dei vari deliziosi alimenti che in passato ci sono stati forniti da coloro che ci hanno sponsorizzato?
Troppo facile.
È quasi superfluo raccontare di come quei prodotti siano finiti negli stomaci di team solari americani, giapponesi, francesi e di tante altre nazioni del globo terracqueo.
Affrontando invece l’argomento “sponsor tecnici” che, nel corso di anni e chilometri macinati, ci hanno supportati fornendo pneumatici, vernici leggere, carbonio per la realizzazione delle nostre vetture solari, imbottiture per i sedili (e tanto altro ancora), ci potremmo produrre in una lista potenzialmente infinita.
I loro marchi commerciali, uniti assieme nel nome di Onda Solare, sono stati il sigillo che abbiamo portato con orgoglio durante i nostri tanti successi tecnici e sportivi.
Anche durante le sconfitte, ovviamente.
Perché, dopotutto, si vince e si perde assieme.
Sempre.
Alla fine dei conti, per noi “sponsorizzazione” vuol dire scambio vicendevole, significa ripagare la fiducia data (e gli investimenti fatti) al meglio delle nostre possibilità – con genuinità ed efficacia – dando così senso a un sodalizio sportivo/commerciale che, da entrambe le parti, sostanzialmente significa “credo in te”.